9 luglio 2019

Il primo appunto su “Who is Joseph?” è nato a settembre del 2019 ero a Roma. Ricordo perfettamente la cucina abitabile di un monolocale soppalcato non lontano da Trastevere, un tavolo centrale con un quotidiano, un sedia posizionata in diagonale rispetto alla linea orizzontale del tavolo, io mi ci siedo confuso non ho ancora bevuto i miei due caffè di inizio giornata.
Su un tavolo laterale della stanza pieno delle cose più disparata una corona di plastica comprata da Tiger, ed un berretto nero (ne indossavo sempre uno in quel periodo).
Leggo il giornale e nel mio tentativo perenne di sfuggire dalla realtà di quel periodo, vengo assalito da un pensiero. Cosa succede? Tutta questa paura tutta questa rabbia cos’è? Cosa succede fuori dal mondo plastificato che stavo tentando di costruire intorno a me?
In quel momento non sapevo ancora che avrei costruito un nuovo solo, rifiutavo l’idea di fare una nuova creazione, ma la prima immagine di “Who is Joseph?” apparse violentemente senza che io l’avessi cercata.
Una figura nera, cosi come ci si veste di nero in segno di lutto, il volto coperto, è una crepa centrale che divide il corpo in due.

Il tempo è passato. quasi un anno dal quel primo pensiero, le cose si sono evolute e spesso anche contrastate.
Mi sono rifugiato più volte nell’idea di contemporaneità; ho citando il testo di Agambel “cos’è il contemporaneo?” E quindi è apparso il titolo “chi è Joseph?” La volontà era trasformare un’idea, una domanda in una figura misteriosa che ne potesse incarnare lo spirito.

Ad oggi, a poche ore dall’inizio delle prove, quel ricordo di un settembre che sembra quasi fantasia, il tavolo, la sedia appare nella mente, ne percepisco la sensazione e ne sento la connessione.

Ti svegli in una casa che non è tua, la stanza è piccola e piena, ma te ti senti in uno grande spazio vuoto. Tu e quel giornale.

Cerchi una sintesi estrema a tutto ciò che leggi a tutto ciò che stai sentendo ed in queste successioni tre parole appaiono alla mente: margine, conflitto e resistenza.

Leave a Reply