Si è conclusa il 22 agosto la seconda residenza artistica di Davide Valrosso e Federico Chiarofonte a Tuscania, Lazio, negli spazi di TWAIN Centro Produzione Danza in collaborazione con ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio per Danza Cannibale.

Questa volta ho avuto modo di sperimentare anche altri linguaggi rispetto a quello della danza. Grazie al bagaglio culturale ed esperenziale di Federico, che ha messo in campo non solo la sua conoscenza accademica e culturale, ma anche emozionale, ho sperimentato l’utilizzo della voce e del canto, e abbiamo lavorato non solo sulla ritmica e la batteria, ma anche su suoni elettronici” – commenta Valrosso – “Il territorio immersivo ci ha permesso di nutrire il nostro lavoro dalla cultura del luogo. Lo staff è stato incredibile e sempre disponibile per ogni nostra esigenza. Lo spazio scenico è inoltre di buone dimensioni e vicino al pubblico, ideale per sviluppare questo tipo di lavoro.

Il lavoro svolto in residenza negli spazi gestiti da Twain è stato utile a studiare e determinare la struttura drammaturgica, i significati e i simboli suggeriti dal gesto e dal suono, le direzioni e gli sviluppi della musica come atto performativo. La condivisione degli spazi con altri artisti ha favorito produttivi e piacevoli scambi e confronti che hanno certamente influenzato il lavoro durante la sua genesi e che mi ha arricchito come musicista e artista.” – aggiunge Federico Chiarofonte.

Per approfondire, guarda la video intervista.

Ma chi sono i cannibali?

Il progetto fonda le sue basi su una riflessione sul mondo della danza e della performance, un sistema spesso schiavo della iper-produttività in cui al centro vivono gli algoritmi ministeriali, i progetti e le relazioni a misura di bando, mentre alla periferia abitano gli artisti, le persone e i valori. Tutto è creato per essere consumato sul momento – fagocitato, non tenendo in considerazione il passato, dimenticando il futuro.

In questo contesto gli artisti, figli di una visione capitalistica e terrorizzati di fuoriuscire dal clan invisibile della danza autoriale sviluppano atteggiamenti e azioni autoreferenziali figli della paura, e un’incontrollabile difficoltà nell’accettazione del diverso, che tentano di compensare con progetti sociali che raccontano più di se stessi che delle comunità a cui si rivolgono.

È da questo rapporto tra artista e produzione, riflesso del sistema capitalistico e consumistico in cui siamo immersi tutti, che Davide è partito cercando di dare fiato ed espandere la tensione del dubbio, della domanda, dell’interrogativo al resto del mondo.

Come vasi comunicanti, Danza Cannibale è figlia di Symposium ed espande il suo sistema di interazioni, tramite canti, nenie e geometrie, supportate dal millimetrico mondo di paesaggi sonori di Federico Chiarofonte, musicista performer e guida all’interno del lavoro.

La volontà è di portare in scena una trasfigurazione rituale che porti il pubblico a percepire e a riflettere sul cannibalismo sociale di cui siamo tutti vittime e carnefici. Se il desiderio spinge verso il cambiamento, il primo passo da compiere è quello di trasformare il cannibale interiorizzato attraverso un rito collettivo, una catarsi che crei un paesaggio evocativo ed espressivo. Si tenta di personificare la figura del cannibale per affrontarla con una stesura drammaturgica fatta di suoni, profumi e sensazioni, cullati da una nenia che fa più o meno così:

Sba,
Sbagliare è impossibile
Fallire inaccettabile
Tu voi vedermi solo correre
Can
Cannibale

Davide Valrosso e Federico Chiarofonte in Danza Cannibale, foto di Valeria Tomasulo

La residenza si è svolta presso PERIFERIE ARTISTICHE – Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio/TWAIN con la collaborazione di ATCL.
Produzione di NINA ETS.

Leave a Reply